APPROVATO DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE IN DATA 01.10.10

giovedì 8 novembre 2012

Un nuovo Dottore in Psicologia

Il Dott. Davide Biagioni, socio fondatore e primo vicepresidente del Quintiliano, in questi giorni, si è laureato in Psicologia all'Università degli Studi di Torino. A lui le congratulazioni e gli auguri di tutta la nostra Associazione.
In particolare, esprimo qui a Davide, che fu un mio ex studente al liceo classico, anche la mia partecipazione affettuosa e gioiosa a questo importante e lieto momento della sua vita.
Dario Coppola,  
Presidente Associazione Quintiliano

domenica 14 ottobre 2012

Palazzo... Squallido

tratto dal sito de LA STAMPA
su segnalazione della nostra associata
Margherita Di Pinto

14/10/2012 - inchiesta

Palazzo Nuovo, il paradosso delle aule

L’aula 38 di Palazzo Nuovo alle 15,30 di mercoledì 10 ottobre. Studenti in ogni spazio disponibile, sugli scalini della cattedra e all’esterno della sala
Gremite le sale piccole, vuote quelle più grandi. “I docenti rifiutano lo scambio per questioni d’onore”
ELISABETTA GRAZIANI
torino
Aule «pollaio», sito internet non funzionante, bagni senza sapone o carta igienica. Impietoso lo squarcio aperto dal dibattito sul web tra gli iscritti di Lettere e Filosofia. Negli ultimi anni nulla è cambiato nei corridoi di Palazzo Nuovo. E gli stessi problemi, come studenti seduti per terra o sulle scale a seguire le lezioni, si ripropongono identici nella sede appena inaugurata di Giurisprudenza e Studi politici. 

Se il grado di civiltà di una città si misura anche attraverso il livello dei servizi offerti all’istruzione, Torino non sta bene. Almeno per le facoltà umanistiche. La denuncia parte dagli studenti: «Perché le tasse universitarie europee sono più basse di quelle italiane a fronte di servizi didattici, residenziali e igienici incomparabilmente superiori?». 

«A Lipsia si pagano 200 euro l’anno e tutto funziona – protesta Margherita Di Pinto, secondo anno a Filosofia -. Qui come nel nuovo campus capita di essere in 220 in aule da 170, o 500 in locali da 200. Non possiamo seguire le lezioni perché restiamo fuori dall’aula e non sentiamo o non riusciamo a scrivere». 
A Palazzo Nuovo si assiste allo spettacolo quotidiano di corsi sovraffollati in spazi striminziti e, al contrario, lezioni seguite da pochi studenti nelle aule più grandi, semivuote. Alle spalle non solo cattiva organizzazione. Dietro le incongruenze c’è una rete di relazioni tra insegnanti. A scoperchiare il vaso di Pandora è Luciano Allegra, docente di Storia Moderna a Lettere. In risposta alla sua allieva Di Pinto che chiedeva un cambio di aula, il professore usa parole dure.  

Le aule
«Non è possibile fare scambi - scrive - Le aule sono occupate. E anche se gli studenti di un altro corso sono pochi, non sarebbe fattibile: il relativo docente valuterebbe la proposta come una diminutio del suo onore». E, riferendosi al passato: «I baroni, quelli veri, anche se avevano quattro studenti non ritenevano dignitoso fare lezione se non nelle aule più grandi». Una condizione, quella degli studenti, definita «vergognosa», in cui «viene indubbiamente violata una parte dei loro diritti». 
L’elenco fatto dagli studenti è lungo: «Sito internet dell’università non funzionante e impossibilità di iscriversi agli esami; corsi concomitanti per cui si è costretti a non frequentarne alcuni; aule prive di supporti per scrivere; riscaldamento eccessivo o assente; bagni sporchi; professori che non si presentano a ricevimento e non avvisano». Eppure le tasse si pagano: la prima rata è di 495 euro; la seconda, calibrata sul reddito, può arrivare a 2000.  

L’accusa
Dietro il colabrodo di Palazzo Nuovo, secondo il professor Allegra, c’è «una cattiva amministrazione che va avanti almeno dagli anni 90». «Ci sono squilibri fortissimi tra le Università italiane nella gestione dei servizi, eppure la ripartizione dei fondi stanziati da Roma è equanime – specifica -. E Torino, in quanto “virtuosa’” rientra fra quelle che ricevono di più».  
Quindi cosa non funziona? «Le nostre non sono lamentele fine a se stesse – dice Margherita Di Pinto -. Non chiediamo l’impossibile. Siamo qui, dispiaciuti e rassegnati, a chiedere ciò che ci spetta di diritto: ambienti sicuri, corsi interessanti da poter seguire liberamente, sito web facile da gestire, bagni decenti. Insomma, i servizi che ogni struttura dovrebbe mettere a disposizione di chi, come noi, paga».  


Alleghiamo, col suo consenso, anche una dichiarazione di Margherita Di Pinto.



Tutto è partito da me che avevo inviato una mail al professore di Storia Moderna per un cambio di aula (causa aula troppo sovraffollata). Sono riuscita a mettermi in contatto ocn una giornalista de La Stampa e ho collaborato insieme a lei per la realizzazione di un articolo in grado di esprimere il malcontento generale che si respira in facoltà, probabilmente mi citerà (insieme al professore che si è reso molto disponibile) sull'articolo.

Le scrivo qui di seguito le stesse cose che ho scritto alla giornalista per fare in modo che capisse bene ciò che noi studenti delle facoltà umanistiche vogliamo esternare, almeno in parte:

"Ci tengo solo a precisare (dato che mi citerai) che le mie, le nostre non vogliono essere "lamentele" fini a se stesse, ma vorremmo davvero farle per vedere poi qualcosa di concreto. Vivere in un ambiente sicuro (perché è lì che ci passiamo la maggior parte del tempo) e vedere sistemate le strutture che ci ospitano prima di crearne delle nuove. Tengo a precisare che io parlo di quello che vedo e sento quotidianamente, non di cose di cui non saprei da dove partire. Ribadisco semplicemente il disagio che si vive all'interno dell'università, in modo proprio concreto. Non pagassimo potrei anche capire, ma dato che paghiamo in modo regolare, vorremmo almeno un luogo sicuro e ben attrazzato in cui stare. I caratteri dei professori magari non si cambiano, ma un luogo sicuro è di diritto. Perché in altre città italiane ci sono università in buono stato? O perché nella stassa città o regione ci sono buone università, dotate di ogni "comfort" e altre che sono da "buttare"? E' questo che non capiamo. Perché dev'essere così difficile (e a volte impossibile) creare una buona università. Perché far tagli all'istruzione, in fondo è qui che la gente si forma. E' nelle scuole che le persone vedono, sentono, imparano, crescono. Il luogo che ci ospita è quello che vediamo ed è anche quello che ci forma. Dobbiamo crescere avendo una buona considerazione di noi stessi, noi siamo il futuro. Siamo il mondo che ci circonda. Noi siamo tutto: l'economia, la poesia, il sapere, la cucina, il divertimento, la rabbia, l'ignoranza e l'intelligenza. Noi siamo tutte queste cose e tutte queste cose si formano soprattutto nelle scuole. Io credo che le scuole siano lo specchio del nostro paese (il chè è tutto dire), quindi dovrebbero imparare a tutelarci e a tutelare le strutture scolastiche. Alla fine non siamo qui a chiedere l'impossibile. Siamo qui, dispiaciuti e rassegnati, a chiedere ciò che ci spetta di diritto: ambienti sicuri, aule ben accessoriate, corsi interessanti da poter seguire liberamente, sito internet facile da gestire e ben funzionante, bagni accessibili. Insomma, i giusti servizi che ogni struttura dovrebbe mettere a disposizioni di chi, come noi, paga. Tutto qua. Alla fine non chiediamo nulla di assurdo o fuori dal comune. Vogliamo solo "semplicità". Con delle basi solide poi possiamo raggiungere ulteriori obbiettivi, mi auguro. Ma è giusto fare un passo alla volta, usando la mente e usando anche il cuore. Se non ci metti passione e forza di volontà in quello che fai, non arriverai mai da nessuno parte. Il silenzio e il menefreghismo sono le armi più temibili, forse addirittura peggio delle mitragliatrici, e ce lo insegna anche la storia. Quindi tutto quello che speriamo è questo, tutto quello che chiediamo è un'Università di cui essere orgogliosi.

Vorrei passasse bene come messaggio. La base è il rispetto, che deve essere presente sia da parte nostra che da parte loro. Nulla di più. Non pretendiamo che ci venga offerto il tè delle cinque. Ci basterebbe quel "poco" che manca per sentirci tutti Re e Regine delle nostre università.

Spero sia passato il messaggio."

Dunque mi auguro che si possa smuovere la situazione al più presto. Ciò che è giusto è giusto.
Margherita Di Pinto

venerdì 29 giugno 2012

Quintiliano UNITO su Rai 5 oggi alle ore 21.15

Anche la nostra 
Margherita Di Pinto 
partecipa stasera a 
Road Italy

martedì 15 maggio 2012

RIFORMA DEL LAVORO: ospite il Ministro del Welfare, Elsa Fornero


giovedì 24 maggio 2012 ore10.55



  • “Tutto quello che avreste voluto sapere sulla riforma e non avete mai osato chiedere”

    Il dibattito degli studenti di economia con Elsa FORNERO.
    Il Ministro del Welfare e delle Pari Opportunità Elsa Fornero sarà alla Facoltà di Economia di Torino per rispondere alle domande degli studenti sulla riforma del mercato del lavoro.

    Per una volta i ruoli si invertiranno: saranno gli studenti a interrogare la Professoressa.

    L’incontro si svolgerà presso la sede di Corso Unione Sovietica 218\bis, in Aula Magna, dalle 11 alle 13. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti, fino ad esaurimento posti.

    L’iniziativa è organizzata da Assemblea di Economia, un’associazione studentesca presente in facoltà dal 2008, che ha già organizzato numerose iniziative di approfondimento e divulgazione su argomenti economici di attualità. L’ultimo appuntamento importante è stato quest’autunno, con un ciclo di conferenze di due giorni sulla crisi economica dal titolo “Tesoro parliamone…siamo in crisi”.

    L’incontro con il ministro Fornero si inserisce nel solco di queste iniziative: ha come obiettivo principale quello di fare chiarezza su un argomento scottante quale la riforma del mercato del lavoro. La riforma proposta dal Governo presenta infatti alcune criticità e intendiamo sviscerarle anche alla luce dell’iter parlamentare.

    I ragazzi di Assemblea di Economia sono particolarmente sensibili a questo tema e ritengono molto importante l’opportunità di un pubblico confronto con il Ministro, sia in quanto studenti di economia, sia in quanto cittadini che si preparano ad entrare nel mercato del lavoro in uno dei momenti peggiori nella storia economica del paese: la disoccupazione giovanile in Italia ormai supera il 35% e tale cifra aumenta di giorno in giorno.

    Un aspetto importante dell’incontro sarà il format adottato: nella prima parte dell’incontro due studenti intervisteranno il Ministro, il quale dovrà rispondere nei tempi accordati; un’ora sarà poi dedicata alle domande dal pubblico che, oltre a includere privati cittadini, comprende i rappresentanti di alcune importanti aggregazioni sociali di lavoratori toccati dalla riforma: donne, lavoratori precari, professionisti a partita IVA, ecc. i quali, non essendo generalmente rappresentati al tavolo della contrattazione sindacale, avranno così l’opportunità di portare direttamente le loro istanze al Ministro.

    Domande dirette, risposte chiare.

    Inseriamo in un’altra pagina alcuni documenti per aggiornarsi sui temi della conferenza.

    Per ulteriori informazioni,

    tesoroparliamone@gmail.com

    assembleaecon@gmail.com

    Facebook: tesoroparliamone, assembleadieconomia

    twitter: tesoroparliamone

    tesoroparliamone.wordpress.com

    Cell: 3204487193 – 3406284540

    Assemblea di Economia

sabato 17 marzo 2012

ETICA DEL COMMIATO

La nostra Margherita Di Pinto  segnala
Convegno Nazionale di Bioetica
notizia pubblicata in data : mercoledì 7 marzo 2012
Dopo la prima edizione svoltasi a Milano nel 2010, sarà Novi Ligure ad ospitare il secondo Convegno Nazionale della Consulta di Bioetica, che si terrà il 16 ed il 17 marzo prossimi presso la Sala Congressi della Biblioteca Civica in via Marconi, 66.
Nel corso della due giorni, dal titolo “Per un'etica del commiato: tra arte e cultura”, saranno affrontati i temi centrali trattati dall’associazione, con particolare riferimento ai principi bioetici di fine vita, come, ad esempio, l’eutanasia ed il testamento biologico.
Al Convegno interverranno numerose personalità nel campo medico e filosofico. E’ prevista anche la partecipazione di Beppino Englaro, Socio Onorario della Consulta di Bioetica, che interverrà nella tarda mattinata di sabato 17 marzo.
Riflessioni e tavole rotonde saranno affiancate da interventi teatrali e musicali. Tra gli artisti, sono attesi Valerio Binasco, Letizia Russo, Fausto Paravidino e Fulvia Maldini.
La prima giornata prenderà il via venerdì 16 marzo alle ore 14,45 con l’apertura da parte del Prof. Maurizio Mori, Presidente della Consulta Nazionale di Bioetica, a cui seguiranno i saluti delle autorità. I lavori della prima sessione, dal tema “Il suicidio assistito e l'eutanasia”, termineranno alle 18,15 e subito dopo è prevista l’Assemblea dei soci.
Sabato 17 marzo il programma prevede altre due sessioni. La prima, al mattino riguarderà il testamento biologico; la seconda, a partire dalle ore 14, affronterà il tema “I riti di passaggio ed il funerale laico”. La chiusura dei lavori è prevista per le 16,30.
La Segreteria Organizzativa e Scientifica del Convegno è composta da Maurizio Balistreri (Filosofo Bioeticista Consulta di Bioetica), Concetta Malvasi (Infermiera Bioeticista Consulta di Bioetica), Maurizio Mori (Presidente Consulta Nazionale di Bioetica), Giacomo Orlando (Medico Consulta di Bioetica) e Carla Repetto (Infermiera Bioeticista Consulta di Bioetica)

La Consulta di Bioetica è un’associazione onlus, senza fini di lucro, fondata nel 1989 dal neurologo Renato Boeri. Ne fanno parte cittadini di diversa formazione e di differente orientamento politico ed etico, interessati a seguire e promuovere il dibattito razionale e laico sui problemi etici nel campo della medicina e delle scienze biologiche, in un'ottica pluralistica di rispetto delle diverse concezioni di valore. Socio onorario della Consulta di Bioetica è Beppino Englaro, la cui lunga battaglia per il rispetto dei diritti e della volontà della figlia Eluana è stata sostenuta sul piano culturale dalla Consulta di Bioetica molto prima che la vicenda assumesse risonanza a livello mediatico. La Consulta è stata la prima associazione in Italia a proporre e promuovere, sin dal 1990, la Carta di autodeterminazione (o "Biocard"), un documento che mira a garantire il rispetto dell'autonomia delle persone nelle ultime fasi della vita.
Dall’8 giugno 2010 è attiva anche a Novi Ligure una sezione della Consulta di Bioetica. Ricopre la funzione di coordinatore il Dott. Giacomo Orlando.

lunedì 16 gennaio 2012

DUE PAROLE SUL DIRITTO ALLO STUDIO

di Ario Corapi

commento per immagini 
di Dario Coppola

Da mesi ormai la situazione dell'EDISU e del diritto allo studio tiene banco sullo scenario della città di Torino e dell'Ateneo torinese, situazione che pare essere senza svolta nè via d'uscita.

Lo scorso anno la Regione ha messo in atto tagli alle borse di studio pari al 70%, lo stesso Consiglio di Amministrazione dell'EDISU a dicembre 2011 non è riuscito ad approvare il bilancio di previsione per quest'anno mettendo il numero "zero" alla voce dei fondi per le borse di studio, alcune voci parlano addirittura di un rischio di commissariamento dell'ente e negli ultimi giorni si è arrivati persino a sfrattare alcuni studenti fuori sede dalle residenze universitarie. La situazione man mano che passa il tempo si fa sempre più drammatica e delicata, per questo è inutile fare qualsiasi tipo di proclama da politicanti o qualsiasi tipo di demagogia e per questo va espressa solidarietà a tutti gli studenti fuori sede che quest'anno non avranno neanche un soldo per pagarsi gli studi oltre a non avere nemmeno un posto dove alloggiare. Lo scorso mese il Senato Accademico dell'Università di Torino ha deciso di devolvere all'EDISU un importo pari a 10 milioni di euro a sostegno delle borse di studio, la Regione ha annunciato negli ultimi giorni l'intenzione di ridurre gli "sprechi" e i costi di gestione delle strutture EDISU per reperire più fondi possibili da destinare sempre alle borse di studio, solamente il Comune di Torino in tutti questi mesi non ha espresso una sola parola in merito alla situazione nonostante alla conferenza stampa di fine anno il sindaco Fassino avesse annunciato l'intenzione di non aderire ai limiti imposti al Comune di Torino sulla stabilità del bilancio comunale per non diminuire i servizi alla cittadinanza torinese.

Forse sarebbe necessario che anche il Comune di Torino decidesse di prendere posizione in merito offrendo la propria collaborazione all'EDISU e alla Regione col fine di trovare una via d'uscita da una situazione che pare essere un vicolo cieco, potrebbe essere una possibile via d'uscita o comunque un'alternativa più che valida all'ipotesi di permettere ai privati (fondazioni bancarie e aziende) di prendere parte ai finanziamenti delle borse di studio che finirebbero per diventare un "mutuo ipotecario" e che graverebbe non poco sul futuro economico e professionale degli studenti che le ricevono.

Ario Corapi
Segretario Associazione Culturale Quintiliano
Studente di Scienze Politiche UniTo

martedì 3 gennaio 2012

UNIVERSITA' di TORINO: TEMPIO DELLA CONOSCENZA O DELLA FATISCENZA?


di Ario Corapi

commento per immagini 
di Dario Coppola

Il primo semestre dell'anno accademico 2011/2012 volge al termine e la sessione esami invernale si appresta a partire, ma all'Università degli Studi di Torino continuano a far parlare i problemi relativi all'organizazzione e al bilancio dell'Ateneo.
La questione che ha tenuto banco nelle ultime settimane riguarda le difficoltà dell'EDISU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio) nel fare fronte, tramite i finanziamenti della Regione Piemonte, a tutte le richieste per le borse di studio di quest'anno. A nulla sono serviti i 25 milioni di euro reperiti in extremis dalla Regione per finanziare il bando di quest'anno e infatti soltanto il 30% delle richieste per le borse di studio di quest'anno sono state esaudite, il rimanente 70% degli studenti rimasti a bocca asciutta dovrà arrangiarsi con quello che ha.
La situazione attuale dell'EDISU non promette nulla di buono neanche per l'anno prossimo, tant'è vero che all'interno della giunta regionale c'è chi ipotizza una possibile apertura ai privati (fondazioni bancarie e aziende) nella compagine dei finanziamenti delle borse di studio, ma tra gli studenti c'è chi giustamente si chiede che cosa ne rimarrà della funzione sociale delle borse di studio una volta che saranno i privati a finanziarle considerato che di questo passo esse rischiano di diventare dei mutui ipotecari sul futuro piuttosto che delle agevolazioni alla vita dello studente.
Che dire poi del nuovo statuto dell'Ateneo approvato nel mese di ottobre dalla Commissione Statuto presso il Rettorato?

Alla fine si è vista prevalere la linea del Rettore Pelizzetti e dei suoi collaboratori, la quale ha fortemente danneggiato il ruolo degli studenti all'interno degli organi di rappresentanza; nel vecchio statuto dell'Ateneo gli studenti avevano diritto ad eleggere 8 rappresentanti presso il Senato Accademico e 3 presso il Consiglio di Amministrazione,  ora con il nuovo statuto i posti riservati agli studenti saranno 6 presso il Senato Accademico e 2 presso il Consiglio di Amministrazione e come se non bastasse il seguente statuto prevede anche che il Rettore possa esercitare maggiore pressione nei confronti del Senato Accademico circa le nomine dei membri esterni da far entrare nel Consiglio di Amministrazione.
In parole povere con il nuovo statuto gli studenti, pur rappresentando la stragrande maggioranza della
"popolazione universitaria", conteranno di meno ed avranno decisamente poca voce in capitolo sull'amministrazione dell'Ateneo e saranno
costretti a subire la linea del Rettore e dei suoi collaboratori, che al contrario rappresentanto un'esigua minoranza della "popolazione
universitaria". A giudicare dalla situazione vien da chiedersi a cosa sia servito tutto l'ostruzionismo portato avanti da "Studenti
Indipendenti - Collettivo Bonobo", movimento studentesco interno all'Università di Torino, che per tutta l'estate ha fatto demagogia su tale questione e ha promesso battaglia e opposizione contro la linea del Rettore, a giudicare dal risultato finale si direbbe che tutta quell'opposizione non ci sia stata e tutta quella demagogia non sia servita a nulla.
Un ultimo aspetto sull'organizzazione dell'Ateneo torinese riguarda l'organizzazione del carico didattico e delle sessioni di esame, fra gli studenti aumentano le polemiche sul carico didattico sostanzioso con troppi esami da sostenere in troppo poco tempo e infatti c'è chi rimpiange i tempi della vecchia sessione esami di aprile che si teneva a metà del secondo semestre fino a 2 anni fa.

L'esigenza di ripristinare la sessione di aprile si sente particolarmente a Giurisprudenza e a Scienze Politiche dove gli studenti di alcuni corsi di laurea si ritrovano a dover seguire 7 corsi in 1 anno, di cui 2 nel primo semstre e addirittura 5 nel secondo semestre. Ora, come si può pensare che gli studenti possano preparare 5 esami in un semestre superandoli tutti durante un'unica sessione della durata di circa 2 mesi (giugno-luglio)?
E pensare che 2 anni fa l'abolizione della sessione esami di aprile suscitò la soddisfazione di
buona parte del corpo docenti proprio di Giurisprudenza e di Scienze Politiche, quindi allora vien da pensare che siano stati proprio i professori a volere l'abolizione di questa sessione.
Ma allora siamo proprio sicuri che la sessione di aprile sia stata abolita per rendere il percorso formativo "più severo" e "più meritocratico"?
Non sarà mica che la sessione è stata abolita semplicemente perché alcuni professori non hanno voglia di fare il lavoro per il quale vengono pagati (con le tasse degli studenti)?
Perché gli studenti devono ricevere un servizio in meno - nonostante quello che pagano in tasse -
solo perché certi professori non hanno voglia di fare il loro lavoro?
Riflettendo su quanto detto fin qui, chissà cosa ne pensa di tutto ciò il neo-ministro dell'Università, nonché Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo che in più di un'occasione ha
affermato di avere a cuore il futuro accademico di Torino...

Ario Corapi
Segretario dell'Associazione Quintiliano,
studente di Scienze Politiche 
all'Università degli Studi di Torino